Film 2011


Midnight in Paris
- Trailer -

La romanticissima lettera d’amore di Woody Allen a Parigi è in parte una favola, in parte un diario di viaggio incantato. Gil Pender (Owen Wilson) è uno sceneggiatore statunitense disgustato dal suo lavoro, che per lui si è ridotto a un commercio, ed è deciso a scrivere un romanzo. Si allontana dalla sua fidanzata (Rachel McAdams), una ragazza materialista e senza slanci, e si ritrova nella Parigi degli anni venti. Il viaggio nel tempo avviene senza nessuna strana transizione e nessun effetto speciale particolare. E non c’è motivo di pensare che si tratti di un sogno o di una fantasia a occhi aperti di Gil. Semplicemente si ritrova lì in un passato adeguatamente equipaggiato con smoking, cocktail e boa di struzzo. I Fitz­gerald, l’amabile Scott (Tom Hiddleston) e la brillante Zelda (Alison Pill), si ubriacano alle feste, proprio come Hemingway (Corey Stoll), che promette a Gil di dare il suo romanzo incompiuto alla giudice assoluta in campo letterario: Gertrude Stein (Kathy Bates). L’idea di base, le chiacchiere con le celebrità della letteratura, è un po’ esile e i vari episodi sono brevi e poco più che abbozzati. Ma la realizzazione dei desideri fa parte del fascino del film. Grandissimi scrittori e artisti sono presentati non com’erano nella realtà, ma come Gil voleva che fossero. Un compendio di loro stessi. Be’ questo è il sogno di Gil, ma anche quello di Woody Allen, fan definitivo di musicisti e scrittori, eterno studente modello impegnato a visitare il pantheon. Merita una citazione la fotografia di Darius Khondji.-David Denby, The New Yorker

L'arte di cavarsela
- Trailer -
La divertente storia del processo di maturazione di George, un adolescente solitario e ribelle, che è riuscito ad arrivare all'ultimo anno di liceo senza essersi mai impegnato. George è amico di Sally, una ragazza bella e complicata che lo considera uno spirito affine.
Mentre l'anno scolastico volge ormai al termine, George (Freddie Highmore) è riuscito ad arrivare quasi alla fine senza aver mai veramente studiato. Persino durante le lezioni di arte, l'unica materia che gli interessa, perde tempo a scarabocchiare, al posto di impegnarsi nel compito che gli viene assegnato. A pochi mesi dal diploma, trascorre la maggior parte del tempo da solo, e spesso si assenta dalle lezioni. Non gli interessa nulla: né prepararsi al 'ballo della scuola', né cercare un college dove iscriversi successivamente. Un giorno, impulsivamente, si addossa la colpa per difendere la ragazza più carina della scuola che viene scoperta a fumare sul tetto dell'edificio scolastico.
Per ricambiare il suo gesto, questa ragazza di nome Sally (Emma Roberts) lo introduce ad una vita estremamente mondana, fatta di feste, visite ai musei e passeggiate oziose per la città. Alla fine diventa la sua migliore amica. Ed è quasi inevitabile che il semplice George si innamori dell'ammiccante Sally, anche se non riesce a confessarle i suoi sentimenti. Quando pensa di aver trovato un modello nell'ex alunno Dustin (Michael Angarano), un giovane pittore emergente che incontra a scuola, George inizia a vedersi come artista, con Sally al sua fianco nei panni di musa ispiratrice.
George considera Sally un rifugio dalla vita scolastica e dall'incertezza della vita domestica, in cui vive lo stesso disagio a causa del rapporto fra sua madre e il suo patrigno. Nel frattempo George riceve un ultimatum da parte del preside (Blair Underwood): in sole tre settimane dovrà recuperare il lavoro scolastico che non ha mai svolto per tutto l'anno, altrimenti non potrà diplomarsi. George si rende improvvisamente conto di come il mondo possa crollare da un momento all'altro, quando si vive senza un progetto, con l'arte di 'arrangiarsi'.

Housemaid
- Trailer

Euny viene ingaggiata come governante e bambinaia nella casa di una ricchissima famiglia, dove la giovane e bella moglie di un uomo d’affari aspetta il frutto della seconda gravidanza, due gemelli. Bambina a sua volta, per lo spirito ingenuo e generoso che la contraddistingue, Euny conquista tutti, dalla piccola Nami, la primogenita, alla collega anziana che ha speso la sua vita a servizio nella villa, al padrone di casa, che presto passa a chiederle ben più di quello che è stata chiamata a fare. Quando la ragazza si ritrova incinta, la padroncina e sua madre non esitano a pianificare il peggio, in nome dei privilegi da conservare, costi quel che costi. 
In Corea, chi non adora Im Sang-soo lo detesta senza cordialità, ma tutti, e non solo in patria, lo attendevano al varco di questo remake di uno dei capisaldi della cinematografia nazionale, firmato da Kim Ki-young nel 1960. Il risultato è distante, già sulla carta, con lo slittamento del fuoco narrativo dall’effetto del femminile perturbante su un nucleo famigliare ad un discorso tutto incentrato sui ruoli sociali, che s’interroga su chi siano i servi e chi siano i padroni e se i primi non siano in fondo più liberi e i secondi più condannati. Discorso piuttosto facilotto, per il modo in cui viene messo in scena, ma che se non altro conserva l’idea di una protagonista fuori dalle righe (del pentagramma), che sottrae all’uomo (là compositore, qui pianista per diletto e per status) una partitura già scritta e ne infiamma (letteralmente) il finale.
Elegante ma anche volontariamente pacchiano, il set –costato una fortuna- è il luogo apparentemente ideale di un thriller da camera, tra Hitchcock e Chabrol (La Cérémonie), non fosse che è proprio il thrilling che difetta, senza che, d’altro canto, il film viri allora nella black comedy. Il ruolo dell’egocentrico unico maschio, per esempio, affidato alla star Lee Jung-jae, in bilico tra dramma e presa in giro, non raggiunge mai la profondità che sarebbe stato bello vedergli toccare. Vola alto, invece, Jeon Do-youn nel ruolo di Euny: un talento già debitamente riconosciuto a Cannes, nel 2008, per Secret Sunshine di Lee Chang-dong.
Sempre alla ricerca, più che legittima, di un modo per scuotere la platea e uso a dar luogo e a navigare nelle controversie, questa volta Im Sang-Soo veleggia su acque già solcate, tanto nell’approccio estetico che nella materia del racconto.

This Must Be the Place
- Trailer -

Ironico, con l’arte della sfumatura e dell’equilibrio che non impedisce l’evolvere della narrazione, Paolo Sorrentino offre con This must be the place un film originale, dotato di una stupefacente leggerezza anche se affronta temi che vanno dall’incapacità di invecchiare fino alla caccia di quello che era un aguzzino in un campo di concentramento nazista. Con un eccezionale Sean Penn, nei panni di Cheyenne, una rock star imparruccata, decrepita e prigioniera della sua immagine di eterno giovane, This must be the place è molto di più della storia di un has been che cerca di uscire dal disincanto e dell’amarezza. Con i suoi sensi di colpa per la morte di due fan, la consapevolezza dell’effimero gioco che è stata la sua carriera, il senso del ridicolo per le sue paure e la vacuità della sua esistenza, Cheyenne è capace allo stesso tempo di grandi ingenuità e di profondità assolute. All’inizio chiuso in un recinto che va da un supermercato senza anima a una ricca villa dove la moglie lo cura come una madre, il protagonista cresce durante un luminoso percorso on the road per gli Stati Uniti, durante il quale ritrova la figura del padre e il suo posto nel mondo.
Tratto da Internazionale n° 906

Tahrir
- Trailer

Rassegna Mondovisioni
In collaborazione con il festival di Ferrara di Internazionale
Cairo, febbraio 2011. Elsayed, Noha e Ahmed sono tre ragazzi egiziani e stanno facendo la rivoluzione. Occupano piazza Tahrir giorno e notte insieme a migliaia di altri egiziani. Parlano, urlano e cantano, e finalmente dicono tutto quello che non hanno mai potuto dire durante il regime di Hosni Mubarak. La repressione rinforza la protesta: a Tahrir si resiste, s’impara a discutere e a lanciare pietre, a inventare slogan e a curare i feriti, a sfidare l’esercito e a difendere il territorio appena conquistato. Una cronaca in tempo reale della rivoluzione, raccontata da chi l’ha fatta.



Impunity - Trailer
Rassegna Mondovisioni
In collaborazione con il festival di Ferrara di Internazionale
In Colombia la guerra tra i gruppi paramilitari e i guerriglieri delle Farc dura da più di vent'anni e ha provocato un numero altissimo di morti e dispersi. Chi ha voluto questo conflitto? E quale ruolo hanno avuto esercito, leader politici, trafficanti di droga e multinazionali come la Chiquita? Dal 1999 Hollman Morris e Juan José Lozano hanno raccolto 600 ore di materiale audiovisivo e ne hanno fatto un film. Per raccontare come una società ferita da un lunghissimo conflitto civile non possa ritrovare la pace se prima non viene assicurata la giustizia e sconfitta l'impunità.



Inside the New York Times - Trailer -
Rassegna Mondovisioni
In collaborazione con il festival di Ferrara di Internazionale
Il 2010 è stato l'anno nero dei giornali. Come ha affrontato la crisi uno dei maggiori quotidiani statunitensi? Per dodici mesi una telecamera ha ripreso il lavoro della redazione del New York Times. E ha descritto cosa cambia nel sistema dell’informazione nel momento in cui molti giornali chiudono incalzati dalla diffusione di internet e dal calo delle inserzioni pubblicitarie. David Carr, Bill Keller, Brian Stelter e altri giornalisti storici della testata riflettono sulle trasformazioni del loro lavoro, sulle sfide poste da Wikileaks, da Twitter e da nuovi strumenti come i tablet e sulla questione ancora aperta dell'informazione online a pagamento.


 

The Edukators 2.0
- Trailer -

Rassegna Mondovisioni
In collaborazione con il festival di Ferrara di Internazionale
"L'università brucia!": con questo slogan nasce la più grande protesta studentesca europea degli ultimi anni. È l'autunno del 2009 quando viene occupata l'aula magna dell'università di Vienna. In poco tempo, e grazie soprattutto ai social network, la protesta si allarga oltre i confini austriaci: 130 atenei d'Europa manifestano contro le norme comunitarie sul sistema dell'istruzione. Un film collettivo, realizzato con video, foto, blog e tweet degli studenti, racconta una mobilitazione che sembra anticipare gli attuali movimenti dei giovani europei.
Si tratta del racconto di un evento che in Italia è passato inosservato ma che ha diviso il mondo di lingua tedesca. Scoppiato in Austria, la lotta della principale università della capitale contro l'aumento delle tasse universitarie, contro la riduzione dei tempi di studio a scapito della formazione, il movimento si è diffuso come un'onda coinvolgendo Germania, Austria, Olanda, Francia e Inghilterra. Il film racconta gli oltre due mesi di occupazione e della diffusione della protesta attraverso i maggiori social network prima dell'arrivo delle rivoluzioni arabe del 2011.