Pechino 2008

Rieccoci ad una nuova edizione delle Paralimpiadi. Questa volta si tratta di quelle estive...... Con il premio vinto con gli scatti di Torino mi pago il viaggio fino in Cina. Poi vivere qui non costa molto e posso permettermelo.

Questa volta non si tratta di 5 sport. Si tratta di una ventina di sport differenti per cui seguire il tutto diventa impossibile. Si deve fare una selezione. Ma seguire al Nest di Pechino la cerimonia di apertura davanti a 92.000 spettatori è da tremarella alle gambe. Come scendere in campo durante le gare di atletica (stadio sempre pieno - anche il martedì mattina - 85.000 persone).
Chi pensa che si tratti di uno sport senza contatti o senza agonismo dovrebbe vedere una partita di basket o di rugby. Dovrebbe vedere però anche il relativo rispetto reciproco che viene manifestato dagli atleti prima e dopo la competizione (durante si parla di avversari - mai nemici -, prima o dopo di colleghi). Qui non si contesta "il costume che ha dei vantaggi nell'attrito in acqua". Qui le differenze si fanno nel conteggio delle gambe o delle braccia o di quante diottrie si hanno.

La città risponde in modo perfetto alla manifestazione. Gente appassionata e in coda anche per sport minori. E non mi riferisco al ping pong che qui giocano ovunque ma a peso o arco o goalball (sport presente solo alle Paralimpiadi). I volontari sembrano assoldati dall'esercito. Si dorme negli stadi stessi su dei materassini pur di essere presenti. Si parla di 1.000.000 di richieste da parte dei volontari stessi per essere presenti ed infatti te li trovi ovunque. Dai pullman per la stampa, agli angoli delle strade che danno informazioni, a coloro che prestano servizio negli aereoporto o nelle metropolitane.